mercoledì 1 febbraio 2012

RISCOPRIRSI NAZIONALISTI E PATRIOTI: REALTA’ O UTOPIA?

Moltissime sono state le tesi che nel corso degli anni, hanno messo a paragone due locuzioni strettamente connessi tra di loro:
NAZIONALISMO E PATRIOTTISMO.
Patriottismo, è quando il sentimento di amore per la tua gente viene posto al di sopra di tutto. Il patriottismo è la devozione a qualcosa che muta, ma che misteriosamente resta sempre lo stesso. Secondo George Orwell, sono proprio le persone il cui cuore non ha mai palpitato alla vista della bandiera nazionale, che diserteranno la guerra quando sarà giunto il momento e ancora, secondo Louis Philippe de Sègur: “ fino a quando si conserverà il sacro fuoco dell’amor di patria, si conserva una nazione libera, attiva e potente”.
Al giorno d’oggi invece, le manifestazioni patriottiche, sembrano essere svilite e “folklorizzate” emotivamente, è il tipico esempio di quando i governi incoraggiano forme e manifestazioni di “patriottismo ufficiale” caricandoci di contenuti simbolici e cerimoniali, come sventolare bandiere, cantare l’inno nazionale ed in ogni altro modo esprimere il nostro legame e supporto alla nazione ed a cui gli individui quasi parzialmente partecipano.
Tutto questo è importante per “stenografare” in un certo qual modo l’idea di patriottismo. A questo punto sorge spontanea la domanda: “ siamo davvero patrioti nel senso che sentiamo il sacro fuoco della fiamma bruciare nella nostra anima al punto di donare la vita per la patria? Ebbene la risposta sta nel fatto che un patriota e nazionalista si distingue dalle altre persone perché si sente eticamente impegnato a rispettare un maggior numero di doveri sia esteriori che interiori.
Per quanto concerne i doveri interiori, occorre sottolineare il sentimento di devozione, onore e fedeltà per la propria patria. Nel caso dei doveri esteriori il patriottico difende le proprie origini e il proprio Stato esponendo la sua stessa vita alle minacce che possono incombere sul sacro suolo natio, il nazionalista, quello che ha in comune con i suoi “connazionali” per cui si deduce lo stretto legame di Patriota e Nazionalista in quanto essere.
Chi è un buon osservatore, si accorge, che le condizioni oggettive in cui viviamo, tendono a fare sparire il patriottismo, neppure le differenze di lingua sono più un ostacolo, i mezzi di comunicazione di massa diffondono idee, modi di vita, prodotti standardizzati, che influenzano il nostro “modus vivendi et operandi”. Tutto questo è dovuto al fatto che all’interno della Nazione, nella società odierna, sono presenti razze ed etnie diverse, inoltre il processo di globalizzazione sta indebolendo il controllo che lo Stato esercita nel proprio territorio cioè, la creazione di un mercato mondiale in cui i fattori produttivi si spostano con estrema facilità da un paese all’altro, rischiano di svilire le fondamenta utili per la creazione di uno Stato Nazionalista e patriottico.
Ritornando alle due locuzioni di patriottismo e nazionalismo, nel 1765, periodo pre – rivoluzione francese, nell’encyclopedie Diderot, compare un articolo non firmato dal titolo “Nation” nel quale viene riportata l’equazione di NAZIONE=STATO=POPOLO, e in particolare il concetto di popolo, sottoposto al monopolio della forza del Sovrano.
Più precisamente nel 1795 nella Francia post- rivoluzionaria, il concetto di sovranità veniva posto sotto un concetto meramente giuridico: “lo Stato è Sovrano in un determinato territorio, concentrando quindi a se tutti i poteri”. A partire dalla Riv. Francese, la sovranità non è più del monarca ma appartiene al popolo (sovranità popolare) e quindi l’equazione sarà SOVRANITA’=POPOLO=STATO.
Nella nostra Repubblica la costituzione sancisce all’Art. 1 del 2° comma che, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Ciò sta a significare che il titolare della Sovranità è il Popolo che forma lo Stato anche se il suo esercizio è delegato ad organi scelti.
Tutto questo escursus storico è utile per riallacciare il discorso ai fenomeni che hanno portato all’indebolimento della sovranità e allo svilimento dei sentimenti di nazionalismo e patriottismo.
In tempi moderni lo Stato italiano ha subìto il fenomeno del cosi detto melting – pot o calderone etnico, che sta ad indicare l’amalgama all’interno di una società umana, di molti elementi diversi (etnici, religiosi ecc…), inibendo l’individuale senso di appartenenza al paese ed infiacchendo quelle che sono le ideologie o basi per la costruzione di un sano paese patriottico e nazionalista. Col processo di globalizzazione e l’entrata dell’Italia nell’UE, la nostra sovranità non è più popolare ma secondo i giuristi si tratta di una sovranità condivisa.
Questo ragionamento impone una specifica domanda: che cosa significa essere italiani e fieri patrioti nazionalisti al giorno d’oggi?
Ebbene, prima di tutto sentirsi italiani, significa io sto con il mio paese, significa non denigrarci ed essere coscienti del fatto che la nostra storia, la nostra cultura, fanno di noi un grande popolo. Essere italiani e patrioti nazionalisti non significa accettare i selvaggi eventi della globalizzazione e del melting – pot
e soprattutto non farcene divorare. L’unico modo di mantenere la nostra identità è volerne avere una, rispettarla e proteggerla.
Dopo il fascismo, nessun italiano oserebbe dire qualcosa del genere di noi/popolo e della nostra Patria, l’ha fatto di recente una italiana geniale quanto coraggiosa: Ida Magli la quale afferma che gli italiani hanno avuto e hanno intelligenza e creatività superiore a tutti gli altri popoli.
La superiorità dunque non ci viene solo dalla nostra storia e da come ci ha formati ma è anche un fattore genetico.
Persino l’Art. 52 della Costituzione italiana sancisce la difesa della Patria, ponendolo come SACRO DOVERE DEI CITTADINI. La difesa della Patria è la disponibilità di un cittadino di morire per difendere la Nazione, è l’esempio migliore ed il più alto gesto di sacrificio eroico di un fedele Patriota.
In conclusione la riflessione sta nel fatto che cedere il posto per bontà, per strumentalizzare un discorso politico interno o per idiozia, a tutti quei fattori che sviliscono il nostro essere nazionalisti, consentirà un giorno allo straniero di dare un nome nuovo ai luoghi che ci appartengono. Eppure se si riflette un attimo possiamo notare che il processo subdolo di pseudo- colonizzazione è già da molto tempo in marcia, spetta solo a noi, al nostro sentirci italiani, al nostro amor di patria fermare questo cancro, prima che le metastasi colpiscano tutta la penisola.
Divisi in Patria si diventa disattenti verso ciò che avviene intorno al nostro mare. Questo è il rischio, professarsi tolleranti per nascondere l’incapacità di giudicare il prossimo per paura di essere tacciati di presunzione, di cinismo o di razzismo, è un’incapacità che mina le nostre difese e affievolisce la fiamma della Patria che arde nei nostri cuori.
 Cap. Mirko Conte
COMPONENTE CONSIGLIO NAZIONALE DEL M.I.S.